Leonardo

Fascicolo 13


in "Alleati e nemici"
E. Spenlé - Novalis: essai sur l'idealisme romantique en Allemagne. - Paris, Hachette, 1904.
recensione di Giuliano il Sofista (Giuseppe Prezzolini)
p. 35


p. 35



   Francis von Hardenberg, detto Novalis, il più rappresentativo e il più personale dei filosofi romantici, che i Baedekers della filosofia gittano in un cantuccio, o dimenticano, o coprono con l'obbrobrioso cartellino di «mistico», che dai filosofi seri ottiene a pena un ricordo cronologico, è stato più che nostro conoscente, un amico, un fratello, un collaboratore. Fece opera frammentaria, come noi, per suggerire pensieri, come nei suoi versi ebbe in mira la musica, per suggerire ritmi. Nei primi anni del secolo XIX fu in Germania un decadente; e la sua teoria estetica si avvicina singolarmente a quella dei decadenti francesi, come fu espressa dal Bergson; con questo ha in comune il senso di un io più profondo e nascosto, origine di ciò che è creazione; con questo pensò che la vita ha per ideale il sogno e nel sogno seppe mantenere tutta la persona di Novalis, mentre quella di Francis von Hardenberg pensava alle cure quotidiane. Questa duplice personalità sensuale e mistica, vagabonda e casalinga, incitatrice e originale, ha trovato nello Spenlé un interprete finissimo, meravigliosamente perspicace nell'indovinare stati d'animo fuggenti e complicati; del suo libro non so trovare migliore elogio del confessare che alcune pagine sembrano a me pagine della nostra intima vita.


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